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Cavallerizza Reale

Tra il 1740 e il 1742, Benedetto Alfieri, regio architetto di Carlo Emanuele III, interviene nell’area delle scuderie progettate da Amedeo di Castellamonte in forma di croce e ne abbatte il braccio orientale per costruire una nuova cavallerizza.

L’edificio, aggiornato secondo modelli francesi e mitteleuropei, si sarebbe dovuto configurare come una lunga unica navata, fornita di nicchie laterali per gli spettatori e conclusa in un’esedra semicircolare per rallentare i cavalli in esercizio. Al piano superiore, mai realizzato, si prevedeva l’allestimento degli alloggi per i paggi.

Di dimensioni monumentali, più di 73 metri di lunghezza (il doppio della preesistente versione del Castellamonte), la Cavallerizza Reale, detta alfieriana, avrebbero imposto la rimodellazione dello snodo ottagonale, la Rotonda castellamontiana, in una struttura a due piani sormontata da cupola e la demolizione del maneggio Chiablese, ma il cantiere si interruppe alla quinta campata della manica sulle nove programmate e il fronte lasciato non finito venne tamponato con un semplice muro in laterizio ancora visibile.